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Un povero seminarista che diventa papa

Una volta c'erano due fratelli appartenenti a una ricca famiglia. Erano ancora ragazzi quando, disgraziatamente, rimasero orfani e, per le troppe spese, i molti debiti da pagare, si ritrovarono poveri. Fu allorache, anche per sfuggire alla fame, decisero di farsi preti. Al seminario, non potendo pagare le spese per la retta, non furono accettati. Soli, poveri e disorientati si dettero all'accattonaggio. Vagavano continuamente di paese in paese elemosinando il necessario per vivere e, vagando vagando, giunsero a Roma. Come per abitudine ormai, anche quel giorno, dopo aver raccolto rimasugli di sopravvivenza dalla pietosa gente, stanchi e affamati si sedettero sui gradini di un palazzo per consumare il poco cibo raccolto. Passò di lì, in quel momento, un signore. Speranzosi allungarono le mani per chiedere l'elemosina. Il signore rispose: "Allora vi darò l'elemosina, quando mi direte che cosa si fa in cielo!". Uno dei fratelli subito, non sapendo rispondere alla domanda, avanzò una richiesta: "Torna domani, e ti daremo la risposta".

Il signore tornò e il fratello che aveva parlato il giorno avanti così gli disse: "In cielo ci sta una scala e v'è chi scende e v'è chi sale". Allora il signore, soddisfatto, diede l'elemosina e se n'andò.

I due non seminaristi riuscirono così a soddisfare tranquillamente i loro bisogni e, con l'udito in grado di funzionare, sentirono che si stava per eleggere il nuovo papa. Felici di assistere all'evento si avviarono verso il Duomo. Mentre andavano vennero ancora a sapere che i cardinali avrebbero lanciato una colomba e avrebbero designato papa l'uomo sul cui capo il bianco volatile si fosse posato. Grande era la curiosità e molta la vergogna di essere vestiti, in quella eccezionale occasione, con abiti laceri e sporchi.

Fu così che, appena arrivarono al Duomo, dov'erano molti vescovi e cardinali, si misero dietro una colonna. Cominciò la funzione e alla metà i cardinali lanciarono la colomba per vedere su chi si posasse. Tutti gli occhi erano puntati sullo stesso punto. Una moltitudine di occhi assisteva alle evoluzioni di questo candido pennuto e, quando gli occhi di tutti s'incontrarono con gli occhi di uno dei due fratelli, allora fu chiaro che la scelta era stata fatta: sulla spalla di uno dei due poveri seminaristi la colomba si pavoneggiava e sembrava dicesse: "Ecco il designato!".

Grande fu la meraviglia di tutti e unanime la decisione di considerare il fatto un incidente. Nessuno volle accettare quella designazione e quindi si procedé al secondo lancio della colomba; anche questa volta, seguendo lo stesso rituale, la colomba andò a posarsi di nuovo sul povero fratello; altre discussioni, altre proteste: nessun accordo. Ci fu un terzo lancio e..., anche questa terza volta la colomba tornò a posarsi sullo stesso. Inutile discutere, inutile protestare, la scelta era evidente e, tutti concordemente, furono costretti a riconoscere il nuovo Papa. 

Dopo un paio di anni, ammirando le sue buone opere, tutti avevano imparato ad amare il nuovo papa e tutti erano d'accordo nel chiamarlo: "Il papa buono".

Un giorno, quel signore che gli aveva dato l'elemosina, divenuto povero, volle chiedere una grazia al papa, sentendo dire che era generoso. Nell'avvicinarsi al soglio pontificio riconobbe nel papa il povero che gli aveva dato saggiamente quella risposta che gli era tanto piaciuta. Commosso e allo stesso tempo invogliato a parlare al papa come ad un vecchio amico, gli raccontò le sue miserie. Ancora una volta la bontà del papa fu evidenziata: lo benedisse e, abbracciandolo, gli  concesse di stare presso di lui.

Il signore lo ringraziò e il papa, sorridendo, gli ricordò: "Questa è la scala che sta in cielo, sulla quale c'è chi sale e chi scende; difatti io da ricco diventai povero e da povero salii alla più alta carica della chiesa. Tu da povero diventasti ricco e, tornato povero, vieni a chiedere l'elemosina a uno che te la chiese".

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