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Quando la Fortuna vuole, sa trovare la casa

Successe che per far cominciare questa storia si trovarono tre amici: due lavoratori e uno, invece, sfaticato al massimo. Successe pure che, aummaumm, i due lavoratori vennero a conoscenza dell'esistenza di un tesoro. Quella fu la volta che i due, per la grande amicizia che li univa, andarono ad invitare, aummaumm, lo sfaticato a partecipare... "...in quel terreno, a circa un miglio, capisci? Una fortuna! Stanotte! Passiamo a prenderti e andiamo, con pale e zappe, a scavare nel campo che abbiamo saputo. Tu porta il lume a petrolio, così possiamo lavorare tranquillamente. Ricchi... capisci? La fortuna ha trovato la nostra strada!"
"Sì, Sì, campa cavallo che l'erba cresce! Sono proprio matti questi due miei amici: la notte... la notte? Non sanno che la notte è fatta apposta per riposare? E specialmente oggi, poi, che mi sono stancato a cacciare le mosche che mi davano un fastidio, ma un fastidio mentre tentavo di non stancarmi per riposare. Stanco come sono...", pensava il terzo mentre i due si avviavano raccomandando "Mi raccomando, aummaumm, non dirlo a nessuno, se no..."

Si fece sera e poi suonarono due ore e ventiquattrore e... arrivò l'una di notte, ma l'amico non arrivava all'appuntamento. Attesero ancora qualche minuto ma poi, conoscendo l'indole dell'amico, decisero: "Andiamo!" Il poltrone, infatti, se ne stava pacificamente a russare nel suo letto.
I due amici, con pale zappe bisacce e sacchetti, giunsero sul luogo dell'appuntamento con la Fortuna: scava tu e scavo io, svuota tu e svuota io, i due stavano lavorando da ore ma solo sfortuna si manifestava: per i due lavoratori e per la popolazione verminosa di quel terreno che si vedeva  sfrattata.. La perseveranza dei due poteva paragonarsi alla cocciutaggine e fu proprio per questa virtù che alla fine le loro zappe incontrarono un rumore diverso. La loro attenzione si impegnò ad agire con cautela e , infatti, riuscirono a tirar fuori con fatica... un...?

"Ma è un pupazzo di terracotta!" si ritrovarono a urlare, insieme, meravigliati. 

Alla sorpresa seguì lo sconforto che, poi con una inspiegabile variazione d'umore, proruppe in una risata.

"Ma che cosa ci aspettavamo?" disse l'uno all'altro.

"Abbiamo verificato la nostra stupidità!", aggiunse l'altro mentre la risata cresceva fino alle lacrime.

"Siamo stati presi in giro da qualche figlio di zoccola!" sottolineò ancora il primo.

"Non so fino a che punto c' entri il nostro amico dormiglione, ma..." avanzò il dubbio il secondo.

"Sai che ti dico?"; "Cosa?"; "... il nostro amico se l'è scansata 'sta nottataccia e allora..."; "Sì! ...facciamolo noi a lui lo scherzetto!"

E si accordarono su come procedere: presero, con fatica, il grande pupazzo e lo trasportarono al paese fino alla casa dell'amico. Il pupazzo, alto quanto un uomo, rappresentava un contadino con una faccia divertita che, mostrando la lingua, esprimeva derisione.

Lo sistemarono proprio dietro la porta di casa sua con l'intenzione di far trovare l'amico faccia a faccia con la faccia burlante del pupazzo in modo da farlo spaventare e, allo stesso tempo, dargli "la cogliona".

Quando, infatti, l'amico, comodo comodo, aprì la porta e si ritrovò faccia in fronte a quello sberleffo...

Sarà stata la reazione violenta, sarà stato, forse, perché lo stupore non gli segnalò in tempo di fermare i suoi passi che procedevano in uscita da casa... fatto sta che il pupazzo si ritrovò in mille pezzi lì sulla soglia di casa del poltrone.

Il rumore dei cocci e il suono della voce dell'amico richiamarono l'attenzione della moglie che da preoccupata, insieme al marito, divenne gioiosa e piacevolmente desiderosa di godere del contatto di tutti quei marenghi d'oro e d'argento che erano sparsi ai loro piedi.

Le raccolsero tutte quelle monete e, per la prima volta, il difficile rapporto dell'amico con il lavoro si trovò ad una svolta decisiva perché per diverse ore, il nostro, si ritrovò piegato, insieme alla moglie, per la produttiva pulizia dello spazio antistante la casa.

E, anche se fu confermata la sua filosofica certezza che "se la fortuna vuole, sa trovare la casa", la sua amicizia lo spinse a dividere con gli amici quella fortuna e - insieme - godettero di quel tesoro. 

Se qualche giorno ci trovassimo ad assaporare il piacevole benessere del silenzio, forse saremmo in grado di sentire le risate dei tre amici che, mentre conducono la coltivazione di alcuni terreni, si raccontano, tra una risata e l'altra, questa storia che vissero felici e contenti.

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