Maligno

ROSABELLA E LE GUARDIE

C'era un re che voleva a tutti i costi una figlia. Un giorno si stava buttando dalla montagna disperato, ma un vecchio lo fermò dicendogli che dopo pochi mesi avrebbe avuto una figlia, e che avrebbe dovuto chiamarla Rosabella; però a 16 anni sarebbe morta e ogni notte il padre avrebbe dovuto metterle vicino una giovane guardia.

Il re fu contento lo stesso.

Gli nacque una figlia che fu la gioia della casa, ma a 16 anni morì e il padre le mise vicino una guardia. Il giorno dopo vicino alla figlia sai trovò solo lo scheletro della giovane guardia.

Ogni notte succedeva la stessa cosa.

Ben presto non ci furono più guardie e il re fece un bando, a chi era disposto a fare la guardia a sua figlia, avrebbe dato un sacchetto di monete d'oro.

Il povero Peppino decise di tentare la sorte e si recò a palazzo.

La sera però se ne stava già scappando perché aveva sentito cosa era successo alle altre guardie, quando incontrò un vecchio che gli disse:

   Dove vai? Nasconditi sotto il mucchio di ossa e tieniti forte e vedrai che non ti succederà nulla.

Peppino così fece.

A mezzanotte la principessa uscì dalla bara, non vide la guardia e disse:

  Maledetti mio padre e mia madre che non mi danno da mangiare!

E si mise a rosicchiare le ossa, all'alba rientrò nella tomba.

Peppino se la era vista proprio brutta e stava per scappare via quando il vecchio gli disse:

  Se la notte prossima ti nasconderai nel confessionile non ti succederà nulla!

Quella notte la principessa riuscì dalla bara e disse:

  Maledetti mio padre e mia madre che non mi danno da mangiare!

E rosicchiò nuovamente le ossa; all'alba tornò nella bara.

Peppino stava già scappando a gambe levate dopo quella notte di incubo passata a sentir rosicchiare famelicamente le ossa, quando incontrò nuovamente il vecchio che gli disse:

  Peppino, questa è l'ultima sera. Devi afferrare Rosabella per i capelli quando uscirà dalla tomba, e non dovrai lasciarla andare mai sino all'alba. Lei ti farà tante promesse e tante moine, ma tu non devi cedere. Tienila sempre forte per i capelli sino al sorgere del sole.

Peppino, che nonostante tutto, aveva ammirato la bella principessa, si mise sulla bara e quando essa stava uscendo, la prese saldamente per i capelli e non la mollò più.

A nulla valsero le sue preghiere e le sue blandizie. Peppino non parlava e non cedeva di un centimetro!

All'alba, con i primi raggi del sole, la tomba con enorme fragore si chiuse per sempre e Rosabella restò attaccata al suo salvatore. Era tornata una persona normale. E corse felice a dirlo al padre.

Peppino se ne stava andando mogio mogio, senza neanche chiedere la ricompensa.

Ma Rosabella spiegò al padre come Peppino l'avesse salvata e il re lo trattenne a corte e gli fece sposare la figlia.

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