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IL RACCONTO DEL GALLUCCIO

ra una volta, ed era un galluccio, che andò in campagna a cogliere le noci; per la strada incontrò il compare sorgio: "Ehi, compare galluccio, dove vai?". "Vado in campagna a raccogliere le noci!".

"Vengo con te, ché ti aiuto?". "Sì, si", rispose il gallo.

Quando giunsero in campagna, il compare galluccio salì su d'un albero e il compare sorgio teneva il sacco aperto.

Come il compare galluccio buttava una noce, il compare sorgio la rompeva, se la mangiava e metteva le cortecce nel sacco.

Quando il galluccio scese e vide quello che il compare aveva fatto, gli si avvicinò e col becco, tuppeti tuppeti gli ruppe il capo.

Il povero sorgicchio corse subito dal medico e gli disse: "Dottore, guariscimi il capo, perché compare galluccio, per una noce che ho mangiata, Ticchete, ticchete m'ha rotto il capo!" "Ah!ah! ah! ah! qua ci vuole il pelo del cane!..".

Il povero sorgicchio cammina, cammina, trova un cane. "Cane, dammi il pelo, che lo porterò al medico, il quale mi guarirà il capo, che il compare galluccio per una noce da me mangiata, ticchete, ticchete, mi ha rotto il capo.". "E Tu mi dai il pane?", gli domandò il cane. E il compare sorgio cammina, cammina, giunse ad un forno. "O forno, dammi il pane che porterò al cane, il quale mi darà il pelo, che consegnerò al medico; questi mi guarirà il capo, che il compare galluccio per una noce da me mangiata, ticchete, ticchete me l'ha rotto!".

Disse il forno: "E tu mi porti la legna?". Il povero sorgicchio cammina e cammina... giunse alla macchia. "Macchia, dammi la legna, che la porterò al forno; questo mi darà il pane, che offrirò al cane, il quale mi darà il pelo ed io lo consegnerò al medico; questi mi guarirà il capo che il compare galluccio, per una noce da me mangiata, ticchete, ticchete, mi ha rotto!".

La macchia rispose: "E tu mi hai portato mai acqua? E il compare sorgicchio cammina, cammina, finché giunse a un pozzo. "pozzo, dammi l'acqua, che porterò alla macchia; questa mi concederà la legna e la donerò al forno, il quale mi darà il pane che porterò al cane questi mi donerà il pelo, che consegnerò al medico; il medico mi guarirà il capo, che il compare galluccio, per una noce che mi mangiai, ticchete, ticchete, mi ha rotto.

Il pozzo disse: " Mi hai portato mai la calce, ché ho tanti vermi, che mi mangiano?" E il compare sorgicchio cammina, cammina, incontra un muratore. "Mastro, dammi la calce che porterò al pozzo, questo mi farà dono dell'acqua, che regalerò alla macchia; essa mi offrirà la legna, che consegnerò al forno, il quale mi donerà il pane che porterò al cane; questi mi guarirà il capo, che il compare galluccio, per una noce che ho mangiato, ticchete, ticchete, me l'ha rotto!"

Il mastro disse: "Se tu vuoi la calce, mi devi portare il vino. Cammina, cammina, finché giunge ad una cantina. "Cantina, dammi il vino, che porterò al mastro muratore; questi mi darà la calce che porterò al pozzo, il quale mi darà l'acqua, che offrirò alla macchia; questa mi darà la legna, che porterò al forno; il forno mi darà il pane, che regalerò al cane; costui mi darà il pelo, che consegnerò al medico, il quale mi guarirà il capo, che il compare galluccio, per una noce che ho mangiato, ticchete, ticchete mi ha rotto!"

La cantiniera disse: "Se vuoi il vino, mi devi portare le uova". E il povero sorgicchio, cammina, cammina... giunge ad una masseria, dov'erano tante galline. Se ne stette zitto zitto e, quando fecero le uova, le rubò e le portò alla cantiniera.

La cantiniera gli regalò il vino, ed egli lo consegnò al mastro muratore; questi gli dette la calce ed egli la donò al pozzo; il quale gli concesse l'acqua che egli portò alla macchia; la macchia gli offrì la legna, che egli portò al forno; questo gli regalò il pane che egli offrì al cane, il quale gli cedette il pelo che egli consegnò al medico... Quando arrivò presso il medico, la testa s'era sanata!...

IL TEMPO NON È MEDICO E CURA