il lupo alla luna


IL PENTIMENTO DEL LUPO

Quando, una volta, i lupi affamati diventavano feroci... quella volta capitò che un lupo, un giorno che aveva la pancia piena, si fece l'esame di coscienza, e trovò che i suoi meaculpa non erano di soverchio e che il numero di agnelli e di pecore che aveva sbranato era eccessivo. Fu preso dal rimorso e, siccome era un poco vecchio, cominciò a pensare di sgravarsi l'anima dai peccati per presentarsi all'appello senza colpe.

"Devo confessarmi e fare penitenza!", decise. Là vicino viveva un buon eremita e il pentito andò da lui.

Il santo uomo dopo averlo ascoltato tutto orecchie, cominciò: "Fratello lupo, molti sono i tuoi peccati... e dura sarà la penitenza. Anche se il tuo pentimento, vedo, è sincero, dovrai dimostrarlo con gli atti: ricerca i pastori che hanno patito per le tue malefatte e, a loro, cerca di far capire la tua situazione e da loro aspettati la penitenza. Se non ti capiranno o non ti crederanno, con rassegnazione accetta le mazziate che probabilmente avranno conservato per te.  Figliolo, prendi questo castigo come se fosse un premio e...". Il saggio eremita continuava a fare il sermone al pentito che, occhi bassi, accettava quelle sante parole che gli avrebbero aperte le porte della rinascita. Quando il vecchio gli poggiò la mano sulla testa per accarezzarlo e consentirgli l'attuazione della trasformazione, gli occhi del lupo seguirono la strada della voce e fissarono umilmente il volto del saggio. Fu allora che la coda dell'occhio fu attirata da un movimento che quasi lo obbligò a verificarne la natura: fuori dal pagliaio che ospitava l'eremita si estendeva un campo e, in quel mentre, un pecoraio passava con delle pecorelle. Il vecchio stava per licenziarlo con parole di ammirazione per il suo gesto, ma il lupo non lo ascoltava più. Il cuore del lupo cominciò a battere forte forte e le sue zampe erano irrequiete mentre i suoi occhi erano là dove gli agnellini belavano. L'eremita, pensando che l'animale alle sue parole reagisse mortificandosi, concluse: "Adesso va per la tua strada e sappiti comporta... " non aveva emesso completamente la fine del congedo che il "...re" seguì il suo sguardo dietro la coda del lupo.

Il lupo, infatti, alla vista delle pecorelle si era così agitato che non riuscendo a frenare l'azione si era velocemente allontanato e quando il santo uomo gli gridò dietro: "Non essere precipitoso nel cercare i poveri pastori vittime delle tue stragiiiii!", gridò: "Ma quali vittime... quali poveri pastori, padre - rispose quello - se non mi sbrigo gli agnelli se ne vanno ed io non potrò farmi una bella mangiata".

Da allora e per quel lupo si prese a dire 

Il lupo perde il pelo ma non il vizio.

Per quel lupo, ricordate!

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