Per questa sceneggiatura è stata utilizzata anche la storia "Da Pastore a Re"

Uno scemo per aver inventato un indovinello 
sposa una principessa

 

Scena: Piazzetta dell’antico paese di TUTTINSIEME. Finestre, Balconi, Porte e Portoni, strade e stradelle…  tutto dipinto sul fondale.  

Quando tutto è pronto per iniziare: luci di sala spente e sipario chiuso, s’ode uno squillo di tromba e subito dopo una voce che vaga nell’aria e raggiunge tutti i padiglioni auricolari presenti:


Banditore:              Chi riuscirà a fare un indovinello                                   
che la principessina
Realtà,
erede del nostro amato sovrano,
non risolverà,
diventerà suo sposo
ed il regno avrà garantito l’erede al trono.
Parola di re.

Il bando si chiude con un rullio di tamburo. La scena si illumina (dopo che si è aperto il sipario, se c’è) e da una strada laterale arriva il banditore preceduto da trombettiere e tamburino. Si fermano a centro scena e mentre il trombettiere intona il ritornello musicale si vedono avvicinarsi i paesani: contadini/e, nobili e nobildonne.

Ripete il bando:

Banditore:              Chi riuscirà a fare un indovinello                                   
che la principessina
Realtà,
erede del nostro amato sovrano,
non risolverà,
diventerà suo sposo
ed il regno avrà garantito l’erede al trono.
Parola di re.

Mentre i popolani commentano lo strano bando

Popolano:  -                     La bella Realtà vuole sposarsi?

Popolana:  -                Ma no! È il Sovrano che vuole sposarla!

Vecchietto Sordo:         Il Sovrano si sposa?  

Banditore: (Riavvolgendo la pergamena, spiega, urlando) La Principessaaaa!

Sordo:      -         Il Sovrano sposa la Principessa sua figlia? Che indecenza! Dove siamo arrivati. E noi non facciamo niente? Ribelliamoci! Assaliamo il castello del Re e buonanotte ai fanti e ai santi.

Popolano -    (dopo un attimo di incredulità, facendo segno ad un altro robusto popolano). È l’ora che il nonno vada a far la nanna! (Insieme lo sollevano dalle braccia e lo portano fuori scena).

Popolana:   -         E chi si azzarderà a proporre un indovinello?

Popolana2: -         Ho sentito che in un’altra storia chi non indovinava veniva giustiziato!

Popolana:   -         Se avessi un figlio gli metterei una catena al piede e lo legherei ad un albero   secolare per non farlo andare al castello!

Popolano:   -         Pure io!

Popolano2: -         Pure io!

Sordo:        -         (rientrando) Pure io!

Tutti:          -     (scocciati) Ohhhhhhh! (lasciano solo il nonno sordo con il banditore e i suonatori)

Sordo:        -         (al Banditore, come se volesse fare una domanda: con l’indice alzato) Non ho capito…

Banditore:      -  (Al trombettiere) Tromba! (e s’incammina dalla parte opposta, seguito dal trombettista e dal tamburellista, che… rulla)

Sordo:            -         (seguendoli con il solito dito alzato) Ma io volevo sapere..

La scena resta vuota per un attimo… Poi dalla parte opposta all’uscita del gruppo arrivano Mamma e Giovane: questi viene parlando alla Madre, che è carica di materiale della spesa (verdure) o porta, alla maniera delle nostre nonne, un carico in testa: tavola lunga con pane dal/per il forno o cesta piena di verdure..

     Giovane:       - (incalzandola) Hai sentito?

     Mamma:       - (Camminando lentamente per l’età) Non sono sorda!

     Giovane: - È bella Realtà! È bella Principessa! È bello il Re! E io?

     Mamma: - E tu non sei bello! E tu non sei Principessa! E tu…

     Giovane: - Io, mammina: bello!

     Mamma: (Uscendo) Vieni. Andiamo a casa che ti preparo una cosa bella, a mammà.

     Giovane: - (Puntualizzando) Io, bello! (escono)

     Narratore: - (Venendo fuori. Al pubblico…) Possiamo dire che abbiamo conosciuto il  giovane  protagonista di questa storia. Un giovane non certo promettente… un  giovane  che… Non voglio impegnarmi con commenti che potrebbero… che  saranno…  Lasciamo stare e andiamo avanti con la storia. Molti nobili sottoposero alla principessina degli indovinelli da risolvere, e lei,  la principessa, li risolveva con somma facilità.

     Voce maschile: - (Fuori scena) La mattina ha quattro gambe, il giorno ha due gambe e la sera ha tre gambe. Che cos’è?

     Narratore:        - Sentite? Molto semplice per la Principessa Realtà. Infatti….

     Voce Principessa: - (fuori scena) La mattina è l’infanzia, il giorno è la gioventù e la sera è la  vecchiaia dell’uomo.


       Narratore:             - Risolto... e con saggezza.

Si possono aggiungere, a piacere, altri indovinelli della tradizione popolare e poi lasciare al Narratore la parola

Tutto risolve la Principessa. Dei pretendenti non s’è mai saputo niente: volatilizzati. Nessuno li ha più visti. Mbhà?!

Una principessa con tanto sale nella zucca. Bisogna sapere che lei aveva  accettato la sfida del Re Padre proprio su quel terreno a lei congeniale. Infatti con la sua esercitata intelligenza era in grado di risolvere qualsiasi  rebus. La sfida che il Re aveva lanciato alla giovane Principessina avrebbe consentito al Regale padre di soddisfare il desiderio di vedere, dopo il  matrimonio, rivivere le stanze del castello con la nascita di uno… due … e  forse più nipotini. Lei, Realtà non voleva nemmeno pensare  al fatto di  convivere con un uomo, ma il Re aveva insistito, il Re era suo padre, il Re  era il sovrano a cui sottostare, il Re… Insomma, la Principessa, aveva  escogitato questo stratagemma perché non voleva sposarsi e, nel  frattempo, accontentare il Re e tenere sotto controllo la situazione. Non  sapeva la poveraccia che…  

      Giovane:      -    (Venendo fuori piagnucolando) E io dico che voglio diventare ricco, re, bello!  Oh!

      Mamma:      -    (Inseguendolo) Vieni! Torna a casa! Abbiamo tante cose da fare, non   perdiamo tempo…  

      Giovane:     -    Voglio Re! Re voglio. Voglio castello! Castello voglio! (Ripete cantilenando   sempre le stesse richieste, mentre…)

      Mamma:      -    (disperandosi: mani giunte; sguardo al cielo) Oh, santi del cielo, aiutatemi voi.

Come faccio con questo figlio! Se lo faccio andare al castello, sicuramente farà una fine meschina. Cosa posso fare?  
                        Piuttosto l’ammazzo io che…
(Cambiando tono) E sia! Sì! (Lo guarda con  tanto amore e alla fine decide) Sì! (Al giovane) Sì, andrai al castello! Sarai bello! Sarai re tra i re! Sarai il mio figlio adorato! (Prendendolo sotto braccio e accompagnandolo fuori)

      Giovane:      -    Io Re! Farò a tutti peppereppè! Io, bello! A principessa indovinello! (lasciandosi accompagnare fuori scena)

      Mamma:      -    (Uscendo con il figlio) Andiamo a preparare la focaccia e le altre cose per il  viaggio. Vieni (Escono)

      Narratore:     -   Al nostro scemo viene il ticchio di presentar lui un indovinello alla reale  fanciulla, e avuto il consenso della madre…

   Bisogna sapere che la mamma, conoscendo l'idiozia del figlio, dopo aver tentato di dissuaderlo dal proposito, non potendo vincere la sua cocciutaggine e temendo che il re, indispettito da tanta audacia, condannasse  a morte lei e lo scemo, decide di avvelenarlo per evitare ogni sofferenza al  figlio e a lei .
                         Cosa fece? 

(mentre il Narratore racconta vengono fuori la mamma e il figlio che mimano il saluto: gioia del giovane; pianto della mamma)

                          Il giorno in cui il figlio deve recarsi alla reggia, gli dà una focaccia avvelenata.

(Il giovane, con uno zaino stracarico sulle spalle, un fazzoletto bianco in una mano e nell’altra un guinzaglio che tiene un cane che non si vede - il cane rimane all’altro capo del guinzaglio, fuori scena -, va a vivere la sua disavventura… oppure?)

                          Il giovane era al settimo cielo e fischiettando se ne andava con il suo cane,  che si chiamava "Bello".

     Giovane:      -    (Con il guinzaglio teso fuori scena e mimando la passeggiata. Mentre la scena muta –  predisposta come nella tavola 2 - , la mamma fa pochi passi indietro e scompare: il tutto dovrebbe essere concertato per dare l’idea del cambio d’ambiente che vediamo concluso nella  tavola 3) Vieni Bello! Io bello e tu Bello andiamo a fare l’indovinello! (e ripete  in sottofondo mentre…)

     Narratore:      -    Dopo un paio d'ore di cammino pensa di riposarsi (Il giovane si ferma, si  siede sotto un albero … Realizza tutto quanto viene descritto, dopo aver tirato a sé il cagnolino di stoffa e averlo sistemato vicino) e,  siccome ha fame, tira fuori la  focaccia e, prima di addentarla, ne dà un pezzo al cane.

      Giovane:        -    (Dando la focaccia al cane) Mangia Bello! Tu Bello e Forte con la focaccia  di Mamma! Bella Mamma! Mamma è Bella! Io voglio bene a Mamma, al Re,                          alla Principessa, a me e a te: Belli: tutti.  
                         Io farò te Principe! Mangia Bello!
(Lo guarda e vede che il cane è morto) Oh, più  Bello! Bello, no! Oh, mio Bello!  
                               (Come indispettito, nasconde  il cane dietro lo zaino, butta la focaccia e…)
Allora io  non mangio. Io dormo! Dormo per Bello! (si addormenta)

La povera bestia pochi minuti dopo stramazzò a terra e morì. Diciamo pure che il nostro eroe è scemo, ma ci voleva poco per capire che qualcosa non andava e, senza pensarci due volte, gettò la focaccia avvelenata e si mise a dormire sotto un albero.

     Narratore:      -    Una volpe, attratta dall'odore della carne, si avvicinò al cane morto, e ne  mangiò una parte.

(Se è possibile, legando una volpe di stoffa a dei fili invisibili, possiamo far venire in scena anche la volpe, altrimenti affidiamoci solo al racconto)

                         Poco tempo dopo anche la volpe, assalita da forti dolori, morì.

(Come al solito, tutto quanto raccontato viene realizzato)

                         Svegliatosi lo "scemo", vede la volpe, ed accortosi che è incinta, le squarcia  la pancia e vi trova sette piccole volpi.

                         Pensa di cuocerli - la fame era rimasta intatta - e, non avendo combustibile, (Il giovanotto si alza ed esce di scena. Il Narratore racconta le azioni come se le vedesse                                 fuori scena) si reca nella vicina chiesa del convento che è deserta e... visto il  messale, straccia parecchi fogli, propriamente quelli dove è scritto il vangelo,  e al centro della chiesa, accende un bel fuocherello e fa arrostire alla meglio i volpicini e se li mangia.

                         Non trovando da bere, sale su di una sedia, e beve l'acqua che è contenuta  nella lampada, sospesa alla volta di una cappella.

                         Dopo riprende il cammino, e pensando pensando giunge alla reggia.

     Giovane:      -    (Attraversa la scena ragionando su quanto gli è accaduto e componendo quello che poi  sarà l’indovinello)  Bello… Pizza… più! (Con dispiacere) Più volpicini! (Con desiderio) Io arrosto! (Con importanza) Vangelo: fuoco! (Mimando la sete: con la   mano sventaglia davanti alla bocca) Acqua! Appesa… Bevo! (con soddisfazione) Oh! (Esce di scena)

    Narratore:    -  Presentatosi alla principessa le dice il seguente indovinello:

(Si sente la voce di Giovane che, con aria da saputo, espone l’indovinello)

Pizza ammazza Bello,
Bello ammazza sette,
Me l'arrosto sopr'alle parole sacrate
E mi mangio la carne, che non era nata;
Poi mi bevo l'acqua
Che né cielo, né terra tocca.

    Narratore:    -  La principessa lungamente meditò e meditò su questo indovinello, ma, per  quanto si mangiava il cervello, non riuscì a risolverlo.

                          Alla fine si dà per vinta e sposa il giovane scemo… (Commentando) Chiamalo scemo!? (I due sposi, mentre il popolo riunitosi in scena li  aspetta per  innalzare i loro evviva, appaiono in scena creando un corteo regale) E con lui, ingentilito, visse felice e contenta.

FINE  


 

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