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In cantiere.

Re-Moro

C'era una volta un regnante, che aveva tre figlie, una più bella dell'altra.

Quando arrivarono in età da marito, mandò i messaggeri in tutti i paesi vicini, per cercare uno sposo degno di loro.

Arrivò un re di un'altra nazione. Vide le tre ragazze e commentò:

  • Sono tutte e tre belle, ma la più bella è la più piccola.

Nel presentarsi al re disse che voleva la figlia più piccola, che si chiamava Rosinella. Ma la regina intervenne e cercò di opporsi:

  • È la più piccola e deve sposarsi per ultima! Prenditi la più grande…

- Ma il re forestiero tanto fece e tanto disse che riuscì a convincere il re e sua moglie a dargli in sposa Rosinella.

Si celebrarono le nozze.

I due sposi andarono nella loro camera e Rosinella si distese sul letto e si addormentò. Il marito la chiamò:

  • Rosinella, Rosinella… - ma lei non rispondeva, sembrava morta. Cercò di scuoterla, ma una voce cavernosa lo fermò:
  • Non toccare quella donna se no ti ammazzo -.

Il re s'impaurì e pensò: - …ci sono i diavoli in questa casa?! Forse sto sognando!

Provò di nuovo a scuoterla, ma risentì la stessa voce. Quella notte non riuscì a dormire.

Quando si fece giorno arrivarono la comare e i genitori della sposa e chiesero allo sposo come era andata; lui raccontò ciò che era successo e, per la notte successiva, decisero di cambiare stanza. Ma anche la notte seguente si ripetè la stessa scena. L'indomani, quando il re e la regina seppero dell'accaduto, convinsero il marito di Rosinella a prendere in sposa la sorella maggiore.

Anche se a malincuore, il re accettò e se ne ritornò al suo paese con la sorella maggiore.

Qualche tempo dopo si presentò al castello un altro pretendente. Vide le due sorelle ed anche lui s'innamorò della più piccola. Il re e la regina cercarono di convincerlo a sposare la più grande, ma anche lui fu irremovibile.

Si celebrarono le nozze.

La sera, Rosinella, come aveva fatto la prima volta, si distese sul letto e subito si addormentò. Lo sposo cercò di toccarla, ma la stessa voce misteriosa lo fermò:

  • Non toccare quella donna se no t'ammazzo.

Il fatto si ripeté anche la seconda notte. Il re e la regina convinsero anche lui a prendere in sposa l'altra sorella, e così fece.

La piccola rimase sola. Ignara di tutto quello che le era accaduto, chiese ai genitori:

  • Sono due volte che mi sposo, però mi ritrovo sempre senza marito, le mie sorelle invece si sono sistemate tutte e due, come è stato possibile?

I genitori furono costretti a raccontarle tutta la storia.

Rosinella, non contenta della spiegazione dei genitori, si mise in cammino sul suo cavallo per andare dalle sorelle. Cammina, cammina si fece notte. Per riposarsi si mise in una pila di pozzo con l'intenzione di passarvi la notte. Ad un tratto, per magia, si trovò in un sotterraneo buio, non vedeva nessuno.

Dovete sapere che quella era la casa di Re-Moro, che si era innamorato della principessa e non la voleva far sposare con nessuno. Era sua la voce che si sentiva la notte delle nozze e che impediva ai due mariti di toccare Rosinella.

Era tutto buio in quella casa; Re-Moro si avvicinò a Rosinella, ma lei non riusciva a vederlo. I due si innamorarono e si baciarono, ma non si vedevano. Infatti Re-Moro era stato colpito da una magia e raccomandò alla principessa:

  • Tu non devi vedere il mio volto prima che passi un anno, se no perdi la sorte. Io devo trascorrere un anno di "voto" in questo modo, dopo potremo conoscerci.

Rosinella passava i suoi giorni in quella casa, senza poter uscire, ma le venne la curiosità di conoscere Re-Moro.

Un giorno passò di là una vecchia che raccoglieva erba di campagna; Rosinella la chiamò. La vecchia dapprima non vide nessuno, poi si avvicinò e udì la voce della principessa che chiedeva:

  • Portami una scatola di fiammiferi e una candela -. La vecchia glieli portò.

La sera il Re-Moro, prima di andare a dormire, come se avesse un presentimento, raccomandò di nuovo a Rosinella di non cercare di conoscerlo:

  • Sono passati già quattro mesi, arriverà il tempo che ci conosceremo.

Appena si addormentò, però, Rosinella accese la candela. Ai suoi occhi apparve un giovane bellissimo e lei fece per accarezzarlo, ma… paf…! Scomparve. Rosinella si trovò di nuovo sola nella pila del pozzo e si mise a piangere.

Si mise in cammino, sempre piangendo. Cammina, cammina, incontrò un vecchio (era San Giuseppe), che le chiese:

  • Dove vai, bella fanciulla?
  • Sapessi nonnino… e raccontò la sua sventura.

Il vecchio le disse:

  • Per riavere il tuo re dovrai ritrovare le tue sorelle e consumare sette paia di scarpe di ferro.
  • Anche venti paia, ma lo devo trovare - soggiunse Rosinella.

Il vecchio poi le diede una castagna, una noce e una nocciola:

  • Le devi rompere una alla volta, quando arriverai alla corte del Re-Moro.

Rosinella si mise alla ricerca delle sorelle. Arrivò al palazzo della grande, che l'accolse con grande gioia; il marito era fuori a combattere. Rosinella voleva sentire con le sue orecchie la storia della prima notte di nozze, perciò si mise d'accordo con lei: si sarebbe nascosta sotto il letto, mentre la sorella avrebbe convinto il marito a raccontare come erano andati i fatti. Così fecero.

La mattina dopo, uscito il re, Rosinella si mise in viaggio per andare dall'altra sorella. Quando la trovò, anche con lei, fece la stessa cosa. Il giorno dopo si rimise in cammino.

Il Re-Moro intanto si era sposato con una reginella molto graziosa.

Dopo aver a lungo camminato e sofferto, Rosinella, che intanto aveva partorito un bambino, figlio di Re-Moro, finalmente arrivò alla reggia del suo amato. Come le aveva suggerito il vecchio, ruppe il primo dono, la noce. Per magia da questa uscirono tanti oggetti d'oro, splendidi. Rosinella si mise a venderli per strada; la reginella li vide e disse che voleva comprarli. Rosinella rispose che non li vendeva: glieli avrebbe dati, se in cambio quella notte l'avesse fatta stare sotto il letto di Re-Moro.

Le damigelle convinsero la regina ad accettare: quegli oggetti erano troppo belli per rinunciarvi. Proposero di far ubriacare il re e di farlo addormentare profondamente.

Quando il re cascò addormentato, Rosinella si nascose sotto il letto e la reginella dormì in un'altra stanza.

Per tutta la notte Rosinella piangeva e ripeteva la stessa cantilena:

Re-Moro mio, Re-Moro mio

se ti svegliassi

nella culla lo culleresti

nel fasciatoio lo fasceresti.

Fuori del castello le guardie sentirono questi lamenti, ma non se li seppero spiegare.

La mattina dopo, prima che il re si svegliasse, la regina entrò nella camera, facendosi precedere dalle damigelle che recitavano:

Fuori, fuori la pellegrina

ché entra la reginella

Rosinella uscì dal castello. Ruppe la castagna: anche da questo secondo dono del vecchio uscirono oggetti d'oro ancora più belli. Si mise a venderli sotto il palazzo e la reginella di nuovo la chiamò. Anche questa volta Rosinella, in cambio di quegli oggetti chiese di passare una notte nascosta sotto il letto del re. Per tutta la notte Rosinella ripeteva la stessa cantilena:

Re-Moro mio, Re-Moro mio

se ti svegliassi

nella culla lo culleresti

nel fasciatoio lo fasceresti.

Le guardie sentirono di nuovo questa cantilena e si insospettirono; il capo guardia la mattina seguente riferì tutto a Re-Moro, che cominciò a riflettere e a ricordare qualcosa.

Rosinella intanto ruppe la nocciola: uscirono di nuovo oggetti preziosi, mai visti, a cui la reginella non seppe rinunciare, permettendo a Rosinella di fare come nelle due notti precedenti.

Però il re questa volta non si lasciò ubriacare, fece solo finta di bere.

Nel pieno della notte, quando Rosinella cantò la sua cantilena, il Re si svegliò e la riconobbe. Si fece raccontare le sue peripezie.

La mattina, quando arrivarono le damigelle dicendo:

Fuori, fuori la pellegrina

ché entra la reginella

il Re si alzò e disse:

Fuori, fuori la reginella

ché è entrata la pellegrina.

E così vissero felici e contenti Re-Moro, Rosinella e il loro figlio.

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