C'era una volta un mendicante che se ne andava a cercare l'elemosina. Mentre camminava e si lamentava sentì che qualcosa gli era cascato sulla testa. Alzò gli occhi e vide una donna che sceglieva i ceci sul balcone. Allora raccolse il cece, lo guardò e disse: - E uno! E così raccolse tutti i ceci che questa donna faceva cadere, e di cui faceva a meno. E ne raccolse dieci. Poi se ne andò. Arrivò davanti a una chiesa e vide una vecchietta che stava seduta al sole. Le disse: - Mi vorresti tenere questi dieci ceci?
E così fece: lasciò i ceci e se ne andò a cercare l'elemosina. Ma un galletto si mangiò tutti i ceci del povero mendicante. Dopo poco tempo il mendicante ritornò. Disse la vecchietta: - Devi aver pazienza buon uomo! I tuoi ceci li ha mangiati il mio galletto! A queste parole il mendicante la guardò un poco e poi le disse: O i miei ceci mi ridai O il galletto perderai! E la povera vecchietta fu costretta a dare il galletto al mendicante. Quello prese il galletto e se ne andò. Cammina e cammina arrivò in un altro paese e si fermò alla prima casa che incontrò lungo il cammino. Disse il mendicante: - Padrone, mi vorreste tenere per un poco il mio galletto? Rispose il padrone: - Lascialo pure qui in cortile! E il mendicante di nuovo se ne andò a cercare l'elemosina. In quel cortile la padrona teneva un maiale un poco ladro: appena vide il galletto se lo mangiò in un boccone, senza nemmeno dargli il tempo di cantare: - Madonna mia, aiutatemi! Verso sera il mendicante ritornò per prendersi il galletto. Ma appena lo vide, la povera donna gli disse: - Il mio maiale si è mangiato il tuo galletto! Il mendicante la guardò un poco e poi le disse: O il mio galletto mi ridai O il maiale perderai! E la poveretta fu costretta a dare il maiale al mendicante. Quello se lo prese e ripartì. Cammina e cammina il mendicante arrivò ad una masseria. Davanti alla porta della casetta c'era una donna che rammendava. Le disse il mendicante: - Bella, vorresti tenermi per un poco il mio maiale?
Così fece il mendicante e se ne andò. Ma nella stalla c'era un mulo. Il maiale cominciò a grugnire e il mulo si stancò: così gli diede un calcio e fece volare per aria il povero maiale. Al calare del sole il mendicante tornò alla masseria per riprendersi il maiale e lo trovò morto. La donna gli disse che l'aveva ucciso il mulo. Il mendicante guardò la donna per un poco e poi le disse: O il maiale mi ridai O il mulo perderai! La povera donna si spaventò, era sola, aveva paura e così, senza fiatare, diede il mulo al mendicante. Il medicante vi salì sopra, e va e va e va, viaggiò per tutta la notte. Al mattino arrivò in un altro paese e si fermò in una taverna. Lasciò qui il mulo e se ne andò a cercare l'elemosina. L'ostessa aveva due figlie malate, molto malate. La comare le aveva detto che per salvarle da morte sicura l'unico rimedio era il brodo di fegato di mulo. E così quando il mendicante se ne andò l'ostessa e la comare misero in opera il loro piano: uccisero il mulo, fecero il brodo con il fegato, lo fecero bere alle figliole che si ripresero all'istante. Quando il mendicante ritornò alla taverna il suo mulo era scomparso: l'ostessa e la comare l'avevano già sotterrato. Il medicante guardò un poco l'ostessa e poi le disse: O il mio mulo mi ridai O le figlie perderai! Quelle figliole piangevano, e urlavano, e non volevano seguirlo. Ma il mendicante per farle stare zitte le mise nella bisaccia e se ne andò. Cammina e cammina trovò una casetta e si fermò. Bussò e venne ad aprire una vecchietta. Le disse il mendicante: - Bella, mi vorresti tenere per un poco la mia bisaccia? La vecchietta acconsentì e il mendicante se ne andò a cercare l'elemosina. Le fanciulle che se ne stavano nella bisaccia, quando sentirono la voce della vecchietta, cominciarono a gridare: - Oh nonna mia! Oh nonna mia! La povera donna non capiva e si spaventò: pensava fossero arrivati gli spiriti, e pure lei si mise a urlare! La figlia della povera vecchietta, che se ne stava dietro casa, appena sentì quelle grida rientrò di corsa. E anche lei sentì quel pianto: - Oh nonna mia! Così madre e figlia si fecero coraggio e aprirono la bisaccia. E videro con gran sorpresa le povere ragazze. Le poverine raccontarono ogni cosa. La giovane le fece calmare, poi riempì due grosse caraffe d'acqua e le mise nella bisaccia. Verso sera il mendicante ritornò, si riprese la bisaccia e se ne andò. Cammina e cammina arrivò in un altro paese. Entrò nella chiesa, posò la bisaccia e se ne andò a cercare l'elemosina. Il prete di quella chiesa era un poco mariolo, e quando vide il mendicante che posava la bisaccia disse tra sé: - Che ci sarà mai là dentro? Aprì la bisaccia e vide le due grosse caraffe. Disse tra sé: Queste mi potrebbero servire, quasi quasi me le piglio! - così fece. E al posto delle caraffe mise nella bisaccia un cane e una gatta, più ladra dello stesso padrone. Verso sera il mendicante tornò, si riprese la bisaccia e se ne andò. Quando uscì dalla chiesa infilò nella bisaccia un pezzo di pane, un pezzo di cacio e un pezzo di ricotta. Poi si rimise in viaggio. Ma prima di mettersi a mangiare pensò di far prendere un poco d'aria alle due figliole, così si fermò. Come aprì la bisaccia il cane e la gatta gli piombarono addosso e gli presero un pezzo di naso e un pezzo d'orecchio. Il mendicante si mise ad urlare: Cacio e pane portate via Ma ridatemi la roba mia! Ma il cane e la gatta erano ormai lontani. Addioooooooo! Chi troppo vuol mangiare Senza naso si può trovare! |