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La vendetta di un marito

C'era una volta un marito e una moglie, i quali fecero una scommessa che chi moriva prima, doveva vegliare l'altro per una notte. Accadde che morisse per prima la moglie. Un tempo i morti si seppellivano nelle chiese, e quindi il marito andò a vegliare la moglie in chiesa; il sacrestano non lo voleva far entrare, ma egli gli dette del danaro e così potè restarvi.

Mentre piangente era presso la tomba della moglie, uscirono da un buco due serpenti lunghi da sembrare "cervoni". Egli nel vederli ebbe paura, ma mentre era così, notò che uno dei serpenti uccise l'altro, questo entrò in un buco e ne uscì con una foglia verde in bocca; l'avvicinò al naso dell'altro serpe, il quale risuscitò. Allora egli pensò di prendere quella foglia e tentò di poter fare risuscitare la moglie; difatti preso un sasso lo buttò contro il serpe il quale morì, e lasciò la foglia; egli la prese, e la mise vicino al naso della moglie, che subito risuscitò. Il buon uomo la voleva portare a casa sua, ma il sacrestano si opponeva; perciò fu costretto a dargli un'altra volta dei quattrini, e così vinse la di lui resistenza.

Essi avevano un negozio, ed il marito pregò la moglie di stare attenta, perché doveva andare a comprare degli oggetti. Ma ecco che un tenente, di passaggio da quel paese, entrò nel negozio ad acquistare della merce; vedendola bella, le propose d'involarla, ella senza curare il bene che il marito le aveva fatto, se ne fuggì con quello.

Ritornò il marito, e non trovò più la moglie; allora pensò di arruolarsi come soldato volontario, e capitò proprio alla dipendenza di quel tenente. La donna lo riconobbe, e pregò l'amante di trovare un mezzo qualunque per uccidere il marito. Il tenente apparecchiò un banchetto, e invitati tutti i soldati, volle che mangiassero con le forchette d'oro; però disse: "Badate! chi ruba una forchetta, sarà fucilato".

Mentre i soldati erano a tavola, di nascosto mise nella tasca del povero marito tradito una forchetta, e dopo disse che ne trovava una di meno; rovistò nelle tasche di ognuno, e rinvenutala in quelle del suo rivale, lo condannò alla fucilazione.

Il poveraccio pregò un compagno che dopo che fosse morto, gli avvicinasse al naso una foglia che gli dette. Quello eseguì il suo ordine, ed egli risuscitò. Nessuno seppe niente, ed egli se ne andò per il mondo. Un giorno, mentre passeggiava, lesse in piazza un manifesto nel quale era annunziato che chi era capace di guarire la figlia del re, se la sposava. Egli andò in corte e la guarì. Il re voleva mantenere la promessa, ma egli disse: "Voglio prima carta bianca, e poi sposerò vostra figlia". Il re gliela concesse. La carta bianca significava che era padrone di fare qualunque cosa. Andò da quel tenente, lo mise in una botte di pece e in un'altra mise la moglie, e con un ceppo acceso li bruciò. Allora andò dalla figlia del re, e la sposò.

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