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Il pelo torto della barba

C'era una volta una principessa, la quale non poteva trovare mai uno sposo che le andasse a grado. Un giorno si presentò da lei un giovane duca piuttosto simpatico, che le chiese la mano. Ella lo rifiutò perché aveva un pelo torto alla barba. Il giovane, pieno d'ira se ne andò, giurando fra sé di vendicarsi dell'offesa. Travestitosi da giardiniere, si presentò al re, e chiese di essere ammesso al suo servizio; il re l'accolse.

Il falso giardiniere aveva una chitarra, e ogni tanto suonava e cantava.

La principessa la prima volta che lo sentì, ne ebbe un gran diletto, e pregò il padre di farlo salire nella sua stanza. Il giovane vi andò, e suonò e cantò con vera passione. La principessa volle sentirlo spesso, e a vederlo così simpatico s'innamorò di lui tanto pazzamente che gli propose di fuggire insieme.

Arrivata la mezzanotte piano piano se ne scapparono, e si avviarono alla vicina foresta; lì il giovane si fece conoscere, e disse alla principessa che l'ultima ora per lei era suonata.

Difatti la spogliò e la legò ad un albero. Vicino vi accese il fuoco, per farla morire bruciata, e se ne andò.

Poco dopo passò di lì uno spaccalegna, che era al servizio di un conte. Attratto dal bagliore delle fiamme, si avvicinò all'albero, e vista la fanciulla la sciolse e la condusse presso il suo padrone. Questi trovandola troppo bella, la volle sposare. La principessa acconsentì, però a patto che non la conducesse a nessun divertimento, e non la facesse uscire sola di casa, temendo d'essere ritrovata dal suo carnefice.

Questi intanto ritornato al luogo, ove aveva lasciato la principessa, constatò ch'ella era stata salvata.

Allora si vestì da suonatore ambulante, e andò girando per le vie della città, dove il conte e la principessa vivevano felici.

Tutti uscivano dalle case e dai balconi per sentire quel canto, ed anche il conte ebbe la curiosità di ascoltarlo; e non vedendo la moglie al balcone, la chiamò quasi a forza.

Ella per non fargli nascere sospetti decise di uscire.

Il giovane che guardava su tutti i balconi, nella speranza di vedere la fanciulla, la scorse e ne gioì. Ella pure lo scorse, e n'ebbe un vivo turbamento, per cui fu costretta a svelare tutto al marito e lo pregò di mettere delle guardie davanti al suo appartamento.

Intanto il duca si travestiva da guardia, e con altri compagni, pure vestiti da guardie, si presentò al conte dicendosi disposto a mettersi al suo servizio. Il conte non conoscendolo, accettò, e lo destinò a far la guardia davanti all'appartamento della moglie, mentre gli altri furono messi a guardare le scale.

Durante la notte, quando tutto era silenzio, ed il conte era in una stanza separata, "Pelo torto" entrò nella camera della principessa, e fattosi riconoscere, le disse che doveva ucciderla. Ella atterrita domandò il tempo di recitare una preghiera alla Madonna e le fu concesso. Entrata nella stanza attigua, dove dormiva il conte, s'avvicinò al suo letto per avvertirlo del pericolo che le sovrastava, ma egli dormiva profondamente, e non sentì nulla.

Allora ella si avvicinò al quadro della Madonna, e si mise a pregare.

La Madonna allora così parlò: "Prendi questo cane, che sentendo la voce di qualche estraneo l'ucciderà!" Mentre diceva così, apparve un grosso cane. Il duca intanto dava premura alla principessa, perché facesse presto. Il cane sentendo la voce di un individuo non noto, gli si avventò e lo sbranò, facendolo in mille pezzi. Le altre guardie al fracasso che ne seguì, se la dettero a gambe.

Così la contessa fu libera dalle persecuzioni di quel cattivo uomo, e trascorse la vita felice e contenta col marito.

 

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