approfondimento 

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Stiamo lavorando

 

 CARDELLINO

L'uomo del cardellino

C'era una volta un giovinotto che aveva grilli per la testa. Viveva col padre una vita agiata e lui, il padre, non gli faceva mancare nulla: piuttosto si privava lui del necessario per accontentare il bel figlio di mamma (senza mamma). Alla morte del padre i grilli che aveva per la testa si trovarono in compagnia di un cardellino che il padre gli aveva lasciato in eredità, unico bene.

Il giovinotto non disse nulla ma pensò bene che era giunto il momento di trovarsi un lavoro. Prese il cardellino e s'avviò per il mondo in cerca di fortuna. Giunto al primo paese, bussò alla porta di una contadina, e la pregò di tenere in consegna l'uccello per dargli la possibilità di andare presso i diversi signori a domandare lavoro. La donna non se la sentì di prenderlo in consegna: "Tengo un gatto in casa e, lo sai, quelli sono dispettosi... non posso proprio farti questo piacere."

"Ma io non posso portarmelo appresso.", disse il giovane. Poi gli venne l'idea: "Mettetelo in una scatola di cartone. Ce l'avete una scatola di cartone? Ci facciamo due buchi per l'aria e l'uccello è al sicuro!"

La donna, con la santa pazienza, andò a prendere la scatola, fecero i buchi e misero il cardellino dentro con un mezzo fico maturo e un tappo pieno d'acqua: quanto bastava per il tempo che il giovane pensava di stare via.

La strada era lunga e il giovane partì subito. Quante richieste di lavoro fece, tante risposte, sempre uguali, ebbe: "Siamo al completo!" La sera tornò dalla donna a riprendersi il cardellino. "Te l'avevo detto!", disse rattristata la donna, "Mi dispiace ma il gatto, non so come ha fatto..., si è mangiato il cardellino." "Allora il cardellino sta nella pancia del gatto?!", domandò rispondendosi il giovane, "Se così stanno le cose, mi prendo il cardellino che sta nel gatto." e istantaneamente afferrò il gatto che se ne stava lì vicino. "Ma cosa ti salta in mente? Lascia il gatto!", protestò la donna. Non ci fu nulla da fare, la logica del giovane era fuori discussione. La donna le tentò tutte ma alla fine fu costretta a cedere il gatto. Tutto allegro il giovanotto continuò il cammino e, giunto ad un altro paese, si fermò ad un'altra casa e ad un'altra donna chiese di tenergli il gatto. "Devo trovare un'occupazione e il gatto mi è d'impiccio." La donna prese il gatto e il giovanotto andò a vedere come strappare la giornata.

Al ritorno si appurò che il maiale aveva divorato il gatto. "Oh madonna santa!", s'incazzò il giovane, "Ma bastava stare attenti, santo Dio! E adesso?" "Adesso non ci possiamo fare più niente!", s'illuse di concludere la donna. "Ah, sì... è bello così... uno torna, sicuro di riprendersi il suo e che succede? Che una donna senza onore gli dice non ci possiamo fare più niente. E no, cara signora. Ci possiamo fare qualcosa, ve lo dico io: il maiale ha mangiato il gatto? Il gatto è nella pancia del maiale? Io per prendere il gatto devo avere il maiale!" "Ma tu sei matto?! O stai scherzando?", scattò la donna. Il tira e molla durò parecchio e, per il chiasso che fecero i due, molte persone si presentarono a curiosare. Alla fine il giovane ottenne quanto voleva da quella povera disgraziata che cedette per stanchezza.

Ripreso il cammino considerò la tecnica e si compiacque della sua furbizia. Se le cose continuavano così sarebbe diventato un grosso proprietario, avrebbe avuto case, pascoli e tutto quello che l'immaginazione gli permetteva di individuare. Sognando sognando si trovò ad un altro paese. "Buona donna, vi dispiace se vi lascio qui il porco? Vado in cerca di trovare lavoro e non posso portarmelo appresso. Mi fareste un grande favore!", pregò il giovane la prima donna nella quale s'imbatté. La buona donna ebbe compassione di quel viandante e gli permise di lasciar momentaneamente il maiale. Il ragazzo se ne andò e la donna continuò a fare gli affari suoi: andava in cerca di cicorielle e lì vicino c'erano, ai limiti del fiume, una varietà di alberi e qualche quercia che attirarono il maiale. Ma, mangiando mangiando, l'animale cadde nel fiume ed annegò trasportato dalla corrente.

Quando il padrone, riuscite vane le ricerche di lavoro, tornò a richiedere il maiale, seppe della morte del porco e della sua sparizione. Si mise a gridare come una bestia. Alle grida accorse la figlia della donna. Il giovane, vedendola, secco secco disse: "O mi dai il maiale, o dammi la mano di tua figlia". A tanta pretesa, la donna montò in furia, e respinse violentemente il giovinotto. "Ragioniamo...", andava dicendo il cristiano, "Il porco è sparito su questa terra? E la cosa è semplice: io in questa terra devo rimanere! Ma siccome non posso rimanere su questa terra senza nessuna proprietà, mi prendo la bella figliola." La fanciulla proruppe in una risata e alla madre che tentava di contestare le richieste di quel prepotente, disse: "Mamma... non ti agitare. Statti calma." e guardando negli occhi il pretendente, "Tu sei furbo, ma sei anche un ragazzo che mi piace e io per la tua furbizia e per il mio piacere, accetto!" "Ma...", tentò di protestare ancora la donna considerando che la situazione le sfuggiva di mano, "ma che andate dicendo? Qui sono diventati tutti matti!" "Certe volte la pazzia fa bene!", si trovarono a dire insieme i due giovani con gli occhi  negli occhi. La cosa non finì lì sulla riva del fiume ma in una chiesa che vide i due innamorati e dichiarati marito e moglie.

C'è giustizia a questo mondo? Sì, perché il giovane marito da allora sostenne col suo lavoro la sua nuova famiglia e la bella e buona ragazza non si pentì mai di averlo sposato.

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