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Giangrillo

C'era una volta la storia di due fratelli. Un fratello era fortunato e l'altro no. Un giorno, lo sfortunato, vide che nel campo del fratello stava una vecchia. Avvicinatosi le domandò chi era e perché stesse lì.

"Io sono la fortuna di tuo fratello; siccome lui dorme, io sto a coltivargli il grano".

"Buona nonna Fortuna,- disse subito lo sfortunato,- mi sai dire dove si trova nonna Fortuna mia?" Asciugandosi il sudore, la vecchia rispose: "La tua Fortuna non è nonna... si diventa nonni se si esercita, ma lei... vive lontano e non ti sta a pensare: Lontano dagli occhi, lontano dal cuore. Se tu vuoi, incamminati verso levante e la troverai. La riconoscerai: è vestita da gran signora e vive in un gran palazzo".

Non solo per curiosità, ma anche e soprattutto per stare più vicino al cuore della sua Fortuna, il povero senza fortuna si mise in viaggio. E vai di qua e vai di là e gira e rigira, dopo aver domandato a tanti vecchi e aver camminato per molti mesi, arrivò al palazzo dove ella abitava. Con timore varcò il cancello del palazzo, salì alcuni scalini e, quando intravide una giovane dama, si accostò ad essa e le disse: "O Fortuna mia, perché non mi aiuti?" Dopo averlo guardato da capo a piedi, con grande sufficienza rispose: "Il tuo mestiere... il mestiere di un mio assistito non può essere un mestiere qualsiasi... e tu non mi sembri proprio..." - e, dopo averci pensato, aggiunse - "Tu sarai medico". Una smorfia si formò sul viso del povero contadino che si difese dicendo: "Ma... io... non è quello il mio mestiere... io non so nemmeno leggere... Come posso?" La fortuna soggiunse imperiosa: "Fa la professione di medico!" - poi, spiegando, aggiunse - "Se nel visitare il malato mi vedrai  ai piedi del letto è segno che guarirà, se - invece - mi vedrai al capezzale...  morirà! Tieni questo libro: farà scena.".

 Il pover'uomo prese il grosso librone e, tutto pensieroso, con quel pesante libro rosso, si mise in cammino. Arrivato alla capitale seppe che la figlia del re stava per morire, perché nella trachea si era conficcata una spina di pesce, e nessun medico riusciva a sradicarla.

Fattosi annunziare al re gli disse: "Maestà, per esaminare vostra figlia, ho bisogno di restare solo con lei". Il re acconsentì. Egli, una volta giunto in presenza della principessina, guardò e vide che Fortuna stava ai piedi del letto. Sorrise e subito chiamò il sovrano. "Maestà, - gli disse - vostra figlia sarà salvata, ma ho bisogno ancora di restare solo con lei".

"La salute di mia figlia è la sola cosa che importa e, per questo, potrai restare quanto vuoi senza essere disturbato", disse e comandò il re.

Rimasto solo, dopo aver finto di consultare il libro della fortuna, prese un po' di sapone, se lo sparse sul viso e cominciò a strofinarlo.

Lo spettacolo di quel viso impiastricciato di sapone era esilarante agli occhi della sofferente principessa e, quando non potè più trattenerlo, uno scoppio di riso sgorgò dalla sua bocca insieme alla perfida spina di pesce.

La risata risuonò per tutto il palazzo e l'attesa del re divenne frenesia di conoscere. Gli sguardi dei presenti erano tutti rivolti alla porta della stanza quando, tutto contento, il grande "dottore" s'affacciò mostrando la spina. La felicità del re esplose rafforzando l'invidia dei medici di corte, e tutti, proprio tutti -buoni o brutti-, erano stupefatti. La gioia del re nel vedere salva la figlia fu indescrivibile, ma l'invidia dei medici diventò calunnia e dissero che la spina s'era staccata per caso. 

Il sovrano non sapeva che fare, e - dopo aver consultato la rinata principessa - pensò che se il "dottore" avesse risolto un enigma gli avrebbe concesso la vita. Quindi, affidato l'incarico alla bella e risanata figlia, attese l'esito.

La principessa condusse il suo benefattore nel giardino e mentre passeggiavano, di nascosto, acchiappò un grillo e, stringendolo nel pugno, gli disse: "Se indovini ciò che sta nella mia mano, avrai il premio, altrimenti... sarai ucciso".

Egli, che si chiamava Giangrillo, tutto turbato e tremante cominciò a dire tra sé e sé: "O povero Giangrillo, questa volta sei finito!"

A sentire "Giangrillo" la principessa credette che egli avesse indovinato, e tutta allegra aprì la mano lasciando libero il grillo. Anche il re fu lieto e quando la principessa ormai affascinata dalle molte qualità del giovane dottore propose alla regale maestà di concederglielo per sposo, si dichiarò d'accordo e, subito, si celebrassero le nozze di sua figlia con il grande dottore... 
La Felicità? La contentezza? Sì, si accompagnarono alla Fortuna....e vissero tutti felici e contenti.

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