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Il re ed il pastorello

C'era una volta un Re, tanto ma tanto buono. Tant'è vero che veniva chiamato Rebuono. La sua bontà e la sua generosità, questo Re da favola, si poteva vedere specialmente quando aveva a che fare con i bambini.

Capitò che un giorno, andando a caccia, incontrò un bambino. Il sole splendeva e pareva che con i suoi raggi fosse stato messo in cielo per illuminare il Re. Infatti, il Sovrano, bardato con i suoi abiti regali rifletteva a tal punto quei raggi da sembrare fonte di luce.

Quel bambino, poteva avere dai sette ai dieci anni, stava da quelle parti a pascere le pecore. Il Re appena lo vide si fermò e sorrise felice di quell'incontro. Quando lo sguardo regale si posò sui particolari del ragazzo, si accorse che era scalzo. Gli si avvicinò, e gli domandò: "Perché non ti metti le scarpe?".

Il piccolo pastore, senza pensarci, rispose: «Maestà, e come tutto voi non sapete che la pelle dei piedi non costa nulla; ma le scarpe costano, e quando si guastano, chi mi dà i soldi per comprare le altre?»

Il Re rimase pensieroso e taciturno; poi mosso a compassione di quel fanciullo, prese venti soldi dal portasoldi e disse: "Li vedi questi? Sono venti soldi. Lo sai che devi fare? Vai al conciascarpe e comprati un paio di scarpe esatte esatte per i tuoi piedi. Quando il piede cresce e ci vuole la misura più grande vieni da me e compriamo altre scarpe nuove. Non ci pensare più a risparmiare i soldi... risparmia i piedi". Gli diede i venti soldi e se ne andò a palazzo con un sorriso di felicità e di contentezza.

E il ragazzo? Pure lui rimase, con le sue pecore, felice e contento.

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