Per lo studioso
 

Un’altra storia pugliese di ricerca del tesoro, come la precedente “La sorte malandrina”.

Anche qui si intrecciano e si combinano diversi elementi narrativi: il motivo N500 dell’indice dei motivi del Thompson (il tesoro ritrovato); il motivo L147 (il ritardatario che ha la meglio sul puntuale); il motivo J1853.1.1 (le monete nella statua rotta).

 


Per il letterato
 

Valgono qui le stesse considerazioni espresse per “La sorte malandrina”: innanzi tutto, ricordiamo lo stesso antecedente letterario, vale a dire il racconto di La Fontaine, “Chi corre dietro alla Fortuna e chi l’aspetta in letto” (VII, 12), in cui compare il diverso atteggiamento nei confronti della fortuna.

Poi, rileviamo che anche qui viene capovolta la morale contadina, con il pigro che viene premiato con un tesoro che non si è meritato, a discapito dei due che sono andati a scavare nottetempo. E però, a differenza de “La sorte malandrina”, questa fiaba si preoccupa di dare una sorta di giustificazione a quella che potrebbe apparire come un’ingiustizia, dal momento che i due lavoratori, in fondo, perdono il tesoro a causa della loro insipienza: sono loro, infatti, ad abbandonare il pupazzo di terracotta di fronte all’abitazione dell’amico sfaticato, senza accertarsi del suo contenuto. Inoltre, alla fine, è ripristinato un ideale equilibrio morale, dato che il pigro, generosamente, decide di dividere il tesoro con i suoi amici.

 

Per il folklorista

Chi ha ragione? Chi va a "cercare il tesoro" o chi se ne sta comodamente in casa, perché, tanto, se la fortuna vuole sa trovare la casa?

 

          
Per il bibliografo

Compare nelle seguenti raccolte:

  • S. LA SORSA, Tradizioni Popolari Pugliesi, Bari Roma, 1928, parte II, n. 6.

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