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Questo è il tuo nuovo vestito

 

 

 

 

 

 

 

LA STORIA DI DON FRANCESCO, 
PRINCIPE DELLA TURELLA

C’era e c’era una volta un pastore che si chiamava Francesco.

Lavorava in una masseria, era giovane e bello, ma, siccome gli piaceva solo mangiare e non ne voleva sapere di lavorare, il massaro lo cacciò.

Francesco raccolse le sue poche cose e se ne andò.

Camminando camminando per le strade di fuori paese, ad un tratto sentì un lamento.  Si fermò, si guardò intorno ma non vide nessuno.  Riprese il cammino e un altro lamento gli giunse all'orecchio.  Si fermò e seguendo il lamento, che continuava, giunse vicino ad una grossa pietra.  Lì si rese conto che il lamento proveniva proprio da, quel punto; e quando sentì una voce che gridava: "Aiuto, aiutatemi mi sento soffocare", alzò subito la pietra e vide un serpente imbrigliato in se stesso che non riusciva a muoversi.  Come la luce penetrò nella cavità, il serpente lo pregò "Cacciami fuori e sciogli il nodo che mi strangola".  Francesco, con la santa pazienza, lo salvò e continuò a camminare.

Cammina e cammina... un altro lamento e grida d'aiuto "Aiuto, aiuto mi stanno strozzando".  Francesco si guardò 'intorno e vide una volpe che lottava con un serpente attorcigliato al suo collo, che tentava di strozzarla.

"Aiuto, aiuto!" - gridava la volpe.

"Che mattinata -pensò Francesco- non ho mai lavorato tanto, nemmeno alla masseria.  Pare che oggi si sono dati tutti appuntamento per essere salvati da me".  E intanto la richiesta d'aiuto della volpe si faceva supplica "Ti prego, aiutami: Se mi aiuterai ti farò ricco e ti farò sposare la figlia del Re".

Francesco, appena sviluppò tra sé la proposta della volpe, corse subito in suo aiuto.  La liberò dal serpente -uccidendolo- e attese che la volpe prendesse fiato.  Quando lei fu pronta, parlò "Sentimi: quello che ti ho promesso lo manterrò, parola di volpe, ma devi fare anche tu la promessa di tenermi sempre a te vicina ... sempre".

"Si!  " disse Francesco.

Concluso il patto, Francesco si avviò e la volpe lo seguì.

Giunti presso una fontana, la volpe guardò Francesco e, vedendolo sporco, lo lavò e l'asciugò. Intanto si faceva notte e la volpe condusse il suo compagno al riparo in una grotta vicino alla casa di Nannorchio.

Riposarono e al mattino, quando Francesco si svegliò, non vide più la volpe.  E proprio quando stava pensando che..., sentì dei rumori dall’esterno.  Si meravigliò assai Francesco quando vide un mucchio di stoffe che procedevano verso di lui e proprio sotto i suoi occhi, ai suoi piedi, dal mucchio di stoffe sgusciò la volpe che gli disse "Questi sono i tuoi nuovi vestiti.  Sono vestiti da gran signore, come tu meriti.  Li ho presi in prestito da Chisoio.  Ora vestiti e...... Francesco vestì i lussuosi abiti e facendo le mosse da gran signore trascorse l'intera giornata abituandosi ai suoi nuovi panni.

 

                Giunse la notte e andarono a riposare.

 

Il mattino dopo, la volpe era di nuovo sparita.  Cos'era successo? All'alba se n'era andata nel giardino di Nannorchio e, dopo aver raccolto i più bei frutti di quel giardino di lusso, averli sistemati in un grosso cesto, infiocchettato il tutto con nastri di vario colore, andò al palazzo reale a consegnarli al Re.

 

                       Al servo del Re disse "Porta questi frutti al Re e digli che li manda Don Francesco, Principe della Turella".  E se ne tornò da Francesco.

Quando arrivò, Francesco le chiese dov'era stata e la volpe rispose "Sono stata da Chisoio".

Lui si accontentò e proseguì la giornata dentro i suoi abiti di lusso.  La sera, stanco, andò a riposare.

Al mattino la volpe era di nuovo sparita.  Cos'era successo?

"Sono andata da Chisoio", disse lei al rientro.

Il terzo giorno, lo stesso... e il quarto e...

E il Re, a vedersi omaggiato di tanto bendìddio, tutto di prima scelta, cominciò a chiedersi chi fosse questo Principe della Turella.  Infatti quando la volpe tornò un altro giorno sempre per lo stesso motivo, il Re la fece salire nella sala reale e... "Avrei desiderio di conoscere di persona il Principe della Turella - disse alla volpe - Solo un signore pari al tuo padrone può avere dei frutti così buoni.  Voglio conoscerlo!".

Tra inchini e moine, la volpe promise "Il vostro desiderio domani sarà appagato, Sire" e guadagnò l'uscita. 

Volò la volpe da Francesco per metterlo al corrente del desiderio del Re.

L'indomani andarono al palazzo reale.  Il Re li attendeva nella sala del trono con la Regina e la bellissima Principessa.  Appena finiti i salamelecchi, il Re uscì dal protocollo e scese dal trono per abbracciare Francesco.

"Principe -gli disse- sono onorato di conoscervi e potervi di persona ringraziare di 'quel bendiddio che mi avete mandato..."

Ma Francesco poco lo ascoltava, attirato com’era dalla bellezza della Principessa e, senza rendersi conto, interruppe il Re dicendo "Ma sai che quella fanciulla è proprio bella?  Mi piacerebbe sposarla!  Tu che ne dici?"

Il Re spiazzato su tutto il fronte, se la cavò invitando Francesco a fare una passeggiata.

Sulla carrozza reale tirata da sei cavalli, il Re. la Regina, la Principessa, il Principe e la volpe trotterellarono per le strade di campagna.  Anche sulla carrozza Francesco non riusciva a togliere gli occhi dagli occhi della bella Principessa e, come se parlasse a se stesso, ad alta voce proruppe "Sì!  Tu devi essere mia moglie!

Il Re, che sedeva tra la volpe e Francesco di fronte alle reali signore, sussurrò alla volpe "La cosa è seria.  Il giovane è piacente e di bell'aspetto, ma io non so chi esso sia, quale la sua casta, se è veramente ricco..."

"Domani vedrete le ricchezze di Don Francesco" sussurrò con orgoglio la volpe al Re.

L'indomani, mentre la carrozza procedeva per viottoli di campagna tra lussureggianti campi, la volpe, precedendo il gruppo, andava di terreno in terreno avvisando i contadini che sarebbe passato il Re e che quando Sua Maestà avrebbe chiesto di chi fossero quelle terre, loro avrebbero dovuto rispondere "di Don Francesco, Principe della Turella".

Così successe. li Re domandava e i contadini rispondevano.  Dopo chilometri e chilometri di tragitto e dopo centinaia e centinaia di domande e risposte, il Re si andava rallegrando delle ricchezze di Don Francesco e, ancor più, che quelle ricchezze potessero diventare di famiglia se egli avesse concesso la mano della principessa.

A fine giornata, il Re aveva concesso a Francesco di sposare la Principessa e a fine settimana il matrimonio fu celebrato.

Felicità di Francesco, della Principessa, del Re. della Regina, del popolo e della volpe che, insieme a Francesco, andò ad abitare a Palazzo.

In principio il novello Principe considerava la volpe indispensabile alla sua vita, la teneva sul "comò" -come si dice- ma poi a poco a poco, abituandosi al suo nuovo stato e alle nuove responsabilità, cominciò a trascurarla.

La volpe, allora, decise di mettere alla prova l'amicizia di Francesco.

Un giorno, stesa sul letto, chiuse gli occhi e fece finta di essere morta.  Quando il servo la vide senza vita, andò da Don Francesco e chiese "Principe, la volpe sta sul letto con gli occhi chiusi e non si muove più.  Pare morta.  Che devo fare?".

"Andiamo a vedere".

Quando furono sul posto - "Buttala nel fosso, tanto non serve più!" - disse Francesco.

Come sentì quelle parole, la volpe aprì gli occhi e...."Come, come?  Tu vuoi disfarti di me?  E non ti ricordi da dove provieni, come sei diventato quello che sei, cosa ho fatto per te?  Ti ho lavato, spigliato, vestito e ben nutrito e questa è la ricompensa: "Buttala nel fosso"?  Tu meriti di tornare tra i aiuti umani dove ti ho trovato.  "Non serve più"?  Con queste parole hai dimostrato la tua ingratitudine, la tua falsità, la tua..."

Francesco si rese conto del suo errore e subito chiamò a sé tutti i servi e ordinò "D'ora in poi tutti voi siete al servizio di commara volpe.  Pulite la migliore stanza del castello per fame la sua residenza e ogni suo desiderio sia soddisfatto.  E, mi raccomando, d'ora in poi, a tavola sia sempre pronto il posto d'onore per lei!".

E così Francesco e la volpe, inseparabili, vissero felici e contenti.

la mia testa

la tua testa

la vostra testa

e quella di chi vuole un finale diverso.

dentro la grossa pignatta.

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